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Immagine del redattoreAlice Rondelli

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Quando c’è di mezzo BlackRock, la più potente società di investimento del mondo, non si tratta mai di migliorare la vita delle persone, ma solo di portare il capitalismo alle estreme conseguenze. Cosa c’entrano ETF e Token con le nuove forme di controllo digitale ad opera della Banca Mondiale e delle Nazioni Unite? Più di quello che ci si possa aspettare.

Questo pezzo attinge a numerose informazioni ricavate da un articolo pubblicato sul sito web Unlimited hangout, intitolato: Tokenized, Inc: BlackRock’s Plan To Own The Fractionalized World, di Mark Goodwin (caporedattore di Bitcoin Magazine) e Whitney Webb (reporter investigativa senior per Mint Press News e collaboratrice di Unlimited Hangout).


Ph. "Adattamento", London, 2015 (Alice Rondelli)

Il 22 febbraio 2024 il sito web della European Central Bank ha scritto: «Il 10 gennaio, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha approvato gli Exchange Traded Fund (ETF) per Bitcoin (BTC). Per i discepoli, l’approvazione formale conferma che gli investimenti in Bitcoin sono sicuri e il rally precedente è la prova di un trionfo inarrestabile. Noi non siamo d’accordo con entrambe le affermazioni e ribadiamo che il valore equo del Bitcoin è ancora pari a zero. Per la società, un rinnovato ciclo di espansione e contrazione del Bitcoin è una prospettiva disastrosa. E il danno collaterale sarà enorme, compreso il danno ambientale e la ridistribuzione finale della ricchezza a scapito dei meno preparati sull’argomento». L’articolo continua evidenziando numerose criticità: le transazioni di BTC sono lente, avvengono principalmente nel darknet, il valore della moneta virtuale non è stabile, gli investimenti non sono sicuri, il valore oscilla pericolosamente, il mining inquina l’ambiente…

Nonostante questo, Larry Fink di BlackRock ha rivelato che presto tutto sarà ETF e tokenizzato, minacciando di frazionare non solo gli asset, ma anche le materie prime esistenti.

 

Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi o SICAV a basse commissioni di gestione negoziati in Borsa come le normali azioni. Si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

 

BlackRock è una grande società di investimento con sede a New York City e vanta un patrimonio totale di 10.000 miliardi di dollari, di cui un terzo in Europa. Quotata alla Borsa di New York, offre soluzioni d’investimento nel reddito fisso, nel segmento azionario e monetario, investimenti alternativi e nel settore immobiliare. Leader in America negli ETF e ETC (Exchange Traded Commodities), è presente nella piazza finanziaria di Milano con la gamma di prodotti iShares quotati sull’indice ETF Plus della Borsa Italiana. Per il potere che detiene, BlackRock è stata definita la più “grande banca ombra del mondo”.

 

«Sebbene l’adozione istituzionale sognata dai primi utilizzatori di Bitcoin sia certamente giunta a buon fine, la realizzazione e i metodi di queste istituzioni sono chiari: il Bitcoin deve rimanere un asset, e tutti gli sforzi per ridimensionarlo come valuta dovrebbero essere diretti verso il dollaro» scrive la giornalista investigativa Whitney Webb.

Lo stesso Fink in un’intervista a Bloomberg ha dichiarato: «Crediamo che gli ETF siano una tecnologia non diversa da come Bitcoin era una tecnologia per l’archiviazione di asset».

I prodotti Bitcoin Spot ETF incoraggiano molte pratiche ben al di fuori della norma del tipico utente Bitcoin nel corso dei quasi quindici anni della sua esistenza; ad esempio, affidare le proprie chiavi a un custode, limitare lo scambio ai giorni e agli orari lavorativi degli Stati Uniti e aggregare l’esposizione individuale in un reclamo cartaceo collettivo gestito e sorvegliato da broker altamente regolamentati.

 

A promuovere l’idea che gli Stati Uniti hanno molto da guadagnare dall’adozione e dalla cooptazione di Bitcoin è la scorta tangibile di monete distribuite all’interno dei suoi confini. Si tratta di una porzione significativa dell’offerta circolante di BTC, per non parlare della possibilità che ulteriori titoli del Tesoro siano tenuti fuori dai libri contabili dagli investitori americani. Bitcoin sta già entrando nella storia degli afflussi di ETF negli Stati Uniti, poiché la crescita combinata nelle prime due settimane ha già superato l’intero mercato decennale degli ETF spot sull’argento. Tutta la liquidità necessaria per un Lightning Network istituzionale – in grado di competere con fornitori di pagamenti come Visa o MasterCard – è già al sicuro entro i confini degli Stati Uniti, e quindi alla portata di rami regolatori quali: il Department of Justice (DoJ), lo US. Security and Exchange Commission (SEC), lo U.S. Department of the Treasury e la Federal Reserve.

Un Lightning Network è un protocollo di pagamento “layer 2” costruito sulla blockchain di Bitcoin e su quelle di altre criptovalute; ha lo scopo di consentire transazioni veloci tra i nodi partecipanti ed è stato proposto come soluzione al problema della scalabilità dei Bitcoin.

 

All’interno della dichiarazione di registrazione S-1 per la richiesta di Bitcoin Trust (IBIT) di iShares (di proprietà di BlackRock) è presente una clausola che afferma: «Il Trustee scioglierà il Trust se (…) un tribunale o regolatore federale o statale degli Stati Uniti, o requisiti di legge o regolamentari applicabili, richiedono la chiusura del Trust, o costringono il Trust a liquidare i suoi Bitcoin, o sequestrano o limitano in altro modo l’accesso a beni fiduciari».

Un Trustee è un fiduciario (persona o azienda) che detiene e amministra proprietà o beni a beneficio di terzi; in Italia è conosciuto, appunto, come “fondo fiduciario”.

Sul sito web di iShares viene specificato che «Bitcoin Trust non è una società di investimento registrata ai sensi dell’Investment Company Act del 1940 e pertanto non è soggetta agli stessi requisiti normativi dei fondi comuni di investimento (…)».

Il 3 agosto 2022, l’ETF iShares MSCI Russia (ERUS) ha annunciato la sospensione del diritto di riscatto delle quote del fondo in base a un ordine di esenzione emesso dalla US. Security and Exchange Commission, al fine di permettere al fondo di liquidare il proprio portafoglio. Due settimane dopo, il comunicato stampa affermava che BlackRock avrebbe iniziato a liquidare ERUS distribuendo le sue attuali liquidità agli azionisti, ma l’incursione delle forze russe in Ucraina ha innescato controlli sui capitali e sanzioni da parte del consorzio dei relativi rami regolatori del governo statunitense, che a loro volta hanno limitato a BlackRock – e a tutti gli investitori non russi – la partecipazione al mercato immobiliare russo. La clausola finale del comunicato stampa comunicava che, a causa delle circostanze sconosciute, non poteva esserci alcuna garanzia che gli azionisti avrebbero ricevuto alcuna distribuzione di liquidazione relativa ai titoli russi e ai certificati di deposito dopo la distribuzione iniziale.

 

L’abitudine di BlackRock di aiutare il governo americano durante i momenti di crisi è iniziata all’indomani della Grande Crisi Finanziaria del 2008. Il crollo ha influenzato in modo significativo un cambiamento nei mercati finanziari, con gli investitori che hanno abbracciato sempre più gli ETF. Dopo aver detenuto solo 531 miliardi di dollari nel 2008 (secondo i dati di Bloomberg) questi fondi ora detengono circa 4mila miliardi di dollari negli Stati Uniti. Il coinvolgimento di BlackRock nei servizi di consulenza governativa ha consolidato partnership cruciali all’indomani della crisi del 2008. La società si è assicurata mandati per gestire portafogli carichi di asset tossici da entità come Bear Stearns, American International Group Inc., Freddie Mac, Morgan Stanley e altri, sfruttando l’esperienza del CEO Fink nella strutturazione di titoli garantiti da ipoteca, un campo di cui aveva contribuito a essere pioniere.

Alla fine del 2023, appena due settimane prima dell’approvazione degli ETF Bitcoin Spot, BlackRock ha nominato il colosso bancario americano JP Morgan, insieme a Jane Street Capital, come “partecipanti autorizzati” nella presentazione della domanda alla US. Security and Exchange Commission. All’epoca, ciò rese BlackRock il primo richiedente dell’ETF Bitcoin Spot a selezionare chi sarebbe stato responsabile dell’acquisizione di BTC per l’emissione di iShares. Mossa sorprendente, considerando i commenti negativi del CEO di JP Morgan Chase Jamie Dimon su Bitcoin.

 

Anche durante la pandemia da Covid-19 BlackRock venne scelta dalla Federal Reserve per gestire tre programmi di acquisto di debito; per non parlare del fatto che la banca centrale canadese ha assunto la società di Fink per consigliare gli acquisti di carta commerciale, e del contratto stipulato dal sistema bancario dell’Unione Europea per aiutare nella sostenibilità.

 

Il passaggio fondamentale di BlackRock agli ETF è avvenuto con l’acquisizione di Barclays Global Investors nel 2009, a seguito della decisione di Barclays di vendere solo dopo aver rinunciato al piano di salvataggio del governo britannico. È stato in questa fusione che BlackRock ha acquistato il marchio iShares da Barclays, pagando 13,5 miliardi di dollari alla Barclays con sede a Londra, e quando l’accordo si è concluso aveva raddoppiato il suo patrimonio in gestione da 1,44 trilioni di dollari a 3,29 trilioni di dollari. Ciò ha reso BlackRock il più grande gestore di denaro del mondo, una corona che indossa ancora. Attualmente, BlackRock detiene anche il primato di essere il più grande emittente globale di ETF.

 

Nell’ottobre 2023 JP Morgan ha lanciato il Tokenized Collateral Network (TCN), facendo sì che la più grande banca statunitense per asset facilitasse il trasferimento di fondi del mercato monetario tokenizzati da BlackRock a Barclays come garanzia all’interno di un sistema OTC per il commercio dei derivati. Un mercato over the counter (OTC) opera al di fuori della borsa ed è un caratterizzato dal non avere i requisiti riconosciuti ai mercati regolamentati.

Pochi anni prima delle sue iniziative nel campo della transazione blockchain e della partecipazione agli ETF Bitcoin, JP Morgan aveva ottenuto i diritti di gestire oltre 1.000 miliardi di dollari di asset per BlackRock, rilevando l’attività da State Street Corp (società statunitense di servizi finanziari e bancari, fondata nel 1792 con sede a Boston) in un accordo siglato nel gennaio 2017. Questa operazione ha consentito a JP Morgan di posizionarsi saldamente nel mercato dei beni in custodia (che riguardano una qualsiasi altra attività che è, o può essere svolta, con un investimento designato detenuto per conto di un cliente).

Successivamente, nel 2021, BlackRock ha annunciato un’ulteriore diversificazione dalla banca depositaria State Street Corp con partnership con BNY Mellon e Citigroup per custodire gli asset della loro divisione iShares.

 

Dopo un processo durato tre settimane, alla fine dell’estate 2022, Michael Nowak e Gregg Smith – alti dirigenti del business dei metalli preziosi della JP Morgan – sono stati condannati per frode, manipolazione e spoofing da una giuria federale di Chicago. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha affermato che «il business dei metalli preziosi della JP Morgan era gestito come un’impresa criminale». Il più grande caso di frode finanziaria mai registrato.

Durante le discussioni conclusive, il procuratore capo Avi Perry aveva affermato che «hanno il potere di muovere il mercato e di manipolare il prezzo mondiale dell’oro».

Prima ancora, in un comunicato del settembre 2020, la Commodity Futures Trading Commission, aveva affermato che: «(…) almeno dal 2008 al 2016, JP Morgan, attraverso numerosi trader sui suoi trading desk di metalli preziosi e titoli del Tesoro (…) ha piazzato centinaia di migliaia di ordini per acquistare o vendere oro, argento, platino, palladio, titoli del Tesoro e contratti futures su titoli del Tesoro con l’intento di annullare tali ordini prima dell’esecuzione. Attraverso questi ordini falsi, i trader inviavano intenzionalmente falsi segnali di domanda o di offerta progettati per indurre i partecipanti al mercato a eseguire altri ordini. (…) In molti casi, i trader di JP Morgan hanno agito con l’intento di manipolare i prezzi di mercato e hanno causato prezzi artificiali».

JP Morgan è stata costretta a pagare quasi 920 milioni di dollari per risolvere le accuse di frode nei mercati dei metalli preziosi e del Tesoro, che è di gran lunga la più grande multa comminata ad un istituto finanziario sorpreso a manipolare i mercati.

 

Scrive Webb: «BlackRock e i suoi partner hanno preso parte ad alcuni dei più grandi crimini finanziari della storia degli Stati Uniti (…). Fink vuole farci credere che la tokenizzazione delle risorse del mondo reale tramite la blockchain eliminerà la corruzione: la stessa corruzione che la sua azienda e i suoi affiliati hanno dimostrato essere del tutto possibile in mercati apparentemente altamente regolamentati da decenni».

 

Intanto, BlackRock cambia radicalmente atteggiamento, passando dall’essere restia a Bitcoin, all’essere completamente convinta che la blockchain sia il futuro del mercato finanziario che intende dominare. Le recenti operazioni di Fink nella green finance dimostrano quanto sia importante seguire il flusso dei dollari, piuttosto che la retorica.

 

Nel 2020, BlackRock, JP Morgan e Disney sono state criticate in un rapporto investigativo di Bloomberg per il loro coinvolgimento nei progetti di compensazione delle emissioni di carbonio gestiti da Nature Conservancy. Essi, infatti, avevano acquistato una quantità significativa di crediti dall’organizzazione per compensare le loro emissioni di CO2. Tuttavia, si è scoperto che quei crediti erano privi di significato, poiché molti di essi erano legati a foreste che non erano mai state a rischio di deforestazione, ma erano state pubblicamente “preservate” dal programma di crediti di compensazione delle emissioni. In altre parole, BlackRock e gli altri stavano acquistando crediti che apparentemente avrebbero compensato le emissioni solo per mettersi in una posizione vantaggiosa per qualsiasi futura implementazione di un mercato globale del carbonio.

 

Sebbene la Nature Conservancy sia tecnicamente un’organizzazione non-profit per l’ambiente, ha funzionato come facciata per le banche di Wall Street per testare una serie di iniziative di green finance e di climate finance. Per molti anni, il presidente del consiglio di amministrazione dell’organizzazione è stato Henry Paulson, dirigente di lunga data di Goldman Sachs, che aveva ricoperto la carica di Segretario del Tesoro sotto George W. Bush durante la crisi finanziaria del 2008. Anche uno dei recenti presidenti dell’azienda, Mark Tercek, proviene da Goldman Sachs. L’attuale consiglio di amministrazione di Nature Conservancy include alti dirigenti di JP Morgan, Santander, Carlyle Group e Goldman Sachs. Fino a pochi anni fa, anche Larry Fink stesso faceva parte del consiglio di amministrazione della Nature Conservancy.

Nel 2014 l’organizzazione dominata dai banchieri ha lanciato NatureVest, che «mira ad aiutare gli investitori istituzionali e gli individui facoltosi a comprendere e sfruttare le opportunità di mercato per investire nella natura». Lo sponsor fondatore di NatureVest è stato JP Morgan, che rimane molto coinvolto nelle sue attività e il suo attuale capo, Matthew Arnold, è stato in precedenza Head of Impact and Sustainable Finance presso JP Morgan.

NatureVest è uno dei principali gruppi pionieri negli swap debito-per-natura e debito-per-conservazione. Questi swap, come quello supervisionato da Nature Conservancy in Belize nel 2021, ristrutturano parte del debito di un paese attraverso prestiti “blu” o “verdi” legati a potenti banche come Credit Suisse, che vengono poi utilizzati, non per finanziare una vera conservazione, ma per costringere un paese a stipulare polizze assicurative private per «mitigare l’impatto finanziario dei disastri naturali e il rischio politico». I paesi che hanno aderito a questi scambi mediati da Nature Conservancy sono stati anche costretti ad adottare piani di gestione dello spazio marino elaborati dal’organizzazione, alcuni dei quali impediscono alle popolazioni locali di utilizzare gli ecosistemi costieri per attività economiche e di sostentamento essenziali, come la pesca artigianale.

 

Il co-presidente del Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ), attuale inviato delle Nazioni Unite per l’azione a favore del clima e banchiere Mark Carney, aveva parlato della necessità di ricreare il sistema finanziario globale alcuni anni prima di supervisionare la creazione del GFANZ sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Parlando a Jackson Hole nel 2019, Carney, allora governatore della Banca d’Inghilterra, aveva auspicato un sistema finanziario completamente nuovo, concludendo il suo discorso affermando: «Mettiamo fine alla maligna negligenza dell’IMFS (international monetary financial system) e costruiamo un sistema degno dell’economia globale diversificata e multipolare che sta emergendo». Da allora, Carney ha chiarito che questo nuovo IMFS dovrebbe coinvolgere nuove valute tra cui le CBDC (Central Bank Digital Currecy) e i mercati globali del carbonio.

 

Gli appelli di Fink e di Carney a reinventare il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale si stanno rapidamente realizzando con queste istituzioni che vengono riorganizzate per imporre meglio nuovi prodotti e paradigmi ai paesi in via di sviluppo. Il FMI e la Banca Mondiale si sono uniti alla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) e alla banca centrale svizzera per collaborare alla tokenizzazione di «alcuni degli strumenti finanziari che sostengono il loro lavoro globale», in particolare le cambiali. Il Project Promissa, ad esempio, mira a semplificare il processo per rendere disponibile denaro a favore delle economie emergenti e in via di sviluppo (i mercati target di GFANZ), nonché all’implementazione di denaro programmabile emesso da banche centrali e commerciali, come le CBDC.

 

La Banca Mondiale, nel frattempo, ha esplorato la tokenizzazione allo scopo di creare «un ecosistema digitale end-to-end modulare ed interoperabile per il mercato del carbonio». Attraverso il suo gruppo di lavoro Digital for Climate (D4C), la Banca Mondiale e i suoi partner, tra cui l’UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) e l’Agenzia Spaziale Europea, cercano di costruire la prossima generazione di mercati climatici. Il D4C spera di raggiungere questo obiettivo indirizzando i paesi a creare registri nazionali del carbonio basati su modelli prodotti dall’UNDP e dalla Banca Mondiale che si basano sulla tecnologia blockchain. I dati prodotti da questi registri saranno “collegati, aggregati e armonizzati” dal livello di metadati di D4C e da Climate Action Data Trust, co-fondato dalla Banca Mondiale e dal braccio filantropico di Google.

La chiave di questo ecosistema digitale è il motore di tokenizzazione che faciliterebbe le transazioni, consentendo a un’autorità di emissione originale di permettere a chi emette token di ricevere crediti di carbonio che verrebbero scambiati on-chain. D4C utilizza la blockchain “verde” Chia, sviluppata dall’inventore di BitTorrent Bram Cohen. Parte della Climate Tokenization Suite di D4C include un Climate Wallet (che è un’estensione di Chia Wallet) per lo scambio di token di crediti di carbonio.

 

Lo scorso anno la Banca Mondiale ha sviluppato il database Digital ID tramite il suo progetto ID4D. Il programma mira a produrre registri interoperabili globali e infrastrutture digitali per mercati del carbonio tokenizzati, mercati che includeranno la funzionalità Digital ID, apparentemente per ridurre il doppio conteggio del carbonio e l’attività finanziaria illecita. Come notato da Fink nelle sue dichiarazioni sulla tokenizzazione di massa, alla fine ci sarà un registro in cui ogni persona ed ogni asset avrà il proprio numero.

La Banca Mondiale ha annunciato a dicembre 2023 i suoi piani per lanciare i mercati del carbonio in 15 paesi, tutti nel Sud del mondo, a partire dal 2024. Sulla base del comunicato stampa, questi paesi utilizzeranno la tecnologia all’avanguardia e gli standard che la Banca Mondiale ha sviluppato.

 

Ripple (di cui ho scritto nel pezzo To the stars, senza ritorno) ha recentemente promesso 100 milioni di dollari per rafforzare i mercati globali del carbonio ed è stata una delle reti blockchain utilizzate nella ricerca della Banca Mondiale sul protocollo Interledger, ricerca che la Banca Mondiale ha definito molto promettente. Il co-fondatore di Ripple, Chris Larsen, è stato in precedenza un consulente del Fondo Monetario Internazionale sulle tecnologie blockchain.

 

Alcuni governi nazionali hanno già elaborato piani per tokenizzare la loro terra e le loro risorse naturali, in particolare la Repubblica Centrafricana. Dunque, uno dei paesi più poveri dell’Africa sta lavorando per tokenizzare legname e riserve di diamanti dal 2022 e ha approvato una legge per promuovere i propri sforzi. L’iniziativa proviene dal polo di valuta digitale del paese noto come progetto Sango. Anche la spinta a tokenizzare le materie prime di risorse naturali più note (ad esempio petrolio e gas) è avanzata notevolmente, con diverse aziende che hanno sviluppato piattaforme per il trading di riserve di petrolio e gas tokenizzate. Anche le fonti di energia rinnovabile sono sempre più un obiettivo della tokenizzazione.

 

Union Square Ventures (Banca d’investimento newyorkese) ha scritto che gli asset naturali tokenizzati sono «la base di un nuovo tipo di garanzia digitale» che potrebbe essere utilizzata in «prestiti, assicurazioni, stablecoin e altri prodotti finanziari on-chain»; suggeriscono, inoltre, che «una nuova stablecoin potrebbe essere supportata principalmente (o forse interamente) da asset naturali». Il pool di garanzie della moneta, in questo caso, dovrebbe essere composto da «una riserva di maggioranza di asset sostenibili che raggiunga il 55% di terreni e foreste, il 25% in iniziative di energia rinnovabile, il 15% nelle prime 500 aziende ESG (Environmental, Social, Governance) più conformi e il 5% in iniziative di ricerca biotecnologica».

 

A gennaio 2023 una delle più grandi banche australiane, la National Australia Bank, ha annunciato i suoi piani per una stablecoin verde in partnership con una società agritech chiamata Geora.

Una società sostenuta da Visa nota come Agrotoken si descrive come «la prima infrastruttura globale di tokenizzazione per le agrocommodities» e offre stablecoin legate ai cereali coltivati ​​in Argentina e Brasile. Esortando gli agricoltori a tokenizzare i propri cereali e pagare qualsiasi cifra si voglia, essi possono quindi scambiare i propri agrotoken con semi, veicoli, macchinari, carburante, servizi e persino usarli come garanzia per i prestiti.

 

Secondo il Boston Consulting Group partners in meno di dieci anni la tokenizzazione degli asset supererà i 16 trilioni di dollari e rappresenterà il 10% del PIL globale; secondo il World Economic Forum, invece, ciò avverrà entro il 2027. Il rapporto Money, Tokens and Games della banca d’investimento Citi del marzo 2023 prevede da 4 a 5 trilioni di dollari di titoli digitali tokenizzati e un trilione di dollari di volumi di finanziamento commerciale basati sulla tecnologia di contabilità distribuita (DLT) entro il 2030.

 

Un giorno dopo l’approvazione degli ETF Bitcoin Spot, ovvero il 12 gennaio 2024, BlackRock ha annunciato l’acquisizione di uno dei più grandi gestori di fondi infrastrutturali al mondo: il Global Infrastructure Partners (GIP). L’accordo è stato stipulato con un pacchetto composto da 3 miliardi di dollari in contanti e circa 12 milioni di azioni BlackRock, per un totale di circa 12,5 miliardi di dollari.

L’idea di BlackRock di perpetuare la tendenza degli investimenti del settore privato nelle infrastrutture tramite fondi pensione non è certo uno sviluppo recente. In un’intervista con Business Insider nel luglio 2021 – subito dopo l’approvazione di un accordo infrastrutturale da 3,5 trilioni di dollari da parte dell’amministrazione Biden – Alan Synnott, di BlackRock Real Assets, ha commentato: «La spesa pubblica diretta per le infrastrutture è una parte importante del finanziamento della manutenzione delle stesse e dello sviluppo di nuove. Inoltre, politiche, strumenti e regolamenti possono aiutare a catalizzare opportunità per la partecipazione del settore privato». Synnott ha poi aggiunto: «La crescita degli investimenti infrastrutturali da parte dei fondi pensione negli Stati Uniti sta comunque avvenendo».

 

La task force delle Nazioni Unite per il finanziamento digitale degli Sustainable Development Goals (SDG) – dei quali ho scritto nel pezzo La sostenibilità di un diritto – ha pubblicato un appello all’azione con l’obiettivo di sfruttare la digitalizzazione nella creazione di un sistema finanziario incentrato sul cittadino e allineato agli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’agenda di azione della task force delle Nazioni Unite ha raccomandato una nuova generazione di piattaforme di finanziamento digitale globali con significativi impatti di ricaduta transfrontalieri; ciò richiederebbe il rafforzamento di una governance internazionale inclusiva. Si sostiene che le ricadute transfrontaliere potrebbero essere gestite includendo mercati di dati e ID digitali in un sistema di finanziamento digitale allineato agli SDG.

 

Come affermato nel 2018 da Peggy Johnson, allora dirigente di alto livello di Microsoft: «Mentre questa settimana iniziano le discussioni al World Economic Forum, la creazione di un accesso universale all’identità è una questione in cima all’agenda di Microsoft (…) che l’estate scorsa ha fatto un primo passo. Collaborando (…) ad un prototipo di identità basato su blockchain (…) abbiamo portato avanti questo lavoro a supporto dell’ID2020 Alliance, una partnership pubblico-privata globale. (…) Gli sviluppatori di tutto il mondo collaboreranno a un sistema di identità open source, auto-sovrano e basato su blockchain che consente a persone, prodotti, app e servizi di interagire tra blockchain, provider cloud e organizzazioni. (…) Aiuteremo anche a stabilire standard che garantiscano che questo lavoro sia impattante e scalabile. La nostra ambizione condivisa con ID2020 è di iniziare a sperimentare questa soluzione nel prossimo anno per portarla a coloro che ne hanno più bisogno, a partire dalle popolazioni di rifugiati».

 

ID2020 è un’organizzazione non governativa americana che sostiene l’identificazione digitale per il miliardo di persone prive di documenti in tutto il mondo e di gruppi scarsamente serviti come i rifugiati.

I programmi come ID2020 e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, collegano la biometria dell’iride di una persona a un ID digitale che si collega direttamente al suo portafoglio digitale, dove vengono erogati i soldi degli aiuti. Il che significa che se un rifugiato vuole mangiare deve partecipare a un sistema finanziario senza contanti basato sulla biometria in cui vengono archiviate le transazioni finanziarie e gli aspetti chiave dell’identità, tra cui i titoli di studio e le cartelle cliniche. Con la Banca Mondiale pronta a fungere da database per gran parte di questa infrastruttura, una volta sviluppata su larga scala tramite la sua iniziativa, sembra probabile che il prossimo sistema di finanza digitale allineata ai Sustainable Development Goals e all’ID digitale incorporerà anche la funzionalità di portafoglio climatico.

 

Nel gennaio 2024 il leader “anarco-capitalista” dell’Argentina, Javier Milei, ha incontrato Larry Fink per discutere di nuove, potenziali opportunità di investimento per BlackRock in Argentina. Milei è salito al potere facendo campagna contro l’establishment argentino esistente e coloro che hanno impoverito la nazione un tempo ricca e l’hanno fatta precipitare nella rovina economica. Ciò rende la sua decisione di incontrare Fink ancora più strana, dato il ruolo critico di BlackRock come una delle entità “avvoltoio-capitaliste” che hanno cercato di diventare proprietarie delle risorse e dei beni dell’Argentina dopo la sua schiavitù del debito da parte del FMI e di altre istituzioni finanziarie focalizzate sullo “sviluppo”.  

Fink ha espresso l’intenzione di acquistare aziende dallo Stato argentino, mentre Milei continua la privatizzazione delle attività statali – tra cui infrastrutture energetiche e di comunicazione.

BlackRock ha già fatto breccia in Argentina, mantenendo posizioni in quasi tutte le grandi aziende del paese, nazionali e internazionali, tra cui Tenaris, Banco Galicia, Macro, Telecom, Pampa Energía, McDonalds e Mercado Libre (quest’ultima di proprietà di Marcos Galperín, l’uomo più ricco dell’Argentina). Pochi istanti prima del default del maggio 2020 – il nono nella storia dell’Argentina – BlackRock è stata indicata da Bloomberg come uno dei maggiori creditori del paese, detenendo quasi 1,7 miliardi di dollari in obbligazioni.

 

Durante il suo discorso al convegno di Davos, Milei ha criticato il fatto che il World Economic Forum abbia sempre enfatizzato il lato privato del modello di partenariato pubblico-privato ed è proprio questo il gioco: il WEF è ora lieto di appoggiare una retorica volta ad attrarre coloro che favoriscono il settore pubblico e la sinistra. Milei aiuterà a inaugurare l’era di un nuovo WEF affidabile, che scambia la sua retorica “wok” (volta a rimediare alle inuguaglianze sociali) con argomenti di discussione libertari. Larry Fink di BlackRock ha già svoltato in quella direzione.

Nel frattempo, Milei mette un ex dirigente di JP Morgan e Deutsche Bank a capo della sua banca centrale e si rivolge a finanziatori esterni per dollarizzare ulteriormente l’Argentina.

«Abbasso il socialismo!» esultano, mentre le aziende del settore privato diffondono lo schema Ponzi del Tesoro in tutto il Sud del mondo attraverso gli stablecoin, tokenizzando al contempo la loro terra e le loro risorse naturali.

 

Scrive Webb: «Si sta consentendo a BlackRock di costruire il panopticon di Tokenized EarthTM con i soldi della pensione degli americani con il pretesto dialettico di possedere i liberali, collegando inconsapevolmente tutti gli aspetti della proprietà a database centralizzati, giardini di identità recintati e asset di riserva frazionati trasmessi ed emessi sulle blockchain private delle banche di Wall Street. Le fazioni in guerra all’interno di Davos litigano per il bottino, ma mai contro il piano. Per realizzare l’Agenda 2030 è necessaria una cooperazione complice, confondendo il capitalismo del libero mercato con il clientelismo, che è il modello capitalista incarnato da Fink e dai suoi simili di Wall Street».

 

«La nuova economia tokenizzata deve essere creata sotto le mentite spoglie di mercati liberi che portino a una nuova prosperità per gli individui, e non una servitù della gleba digitale lastricata di accordi utente fraintesi, credenziali biometriche e falsi argomenti collettivisti. Scattati un selfie e invia il tuo numero di previdenza sociale, insieme alla tua data di nascita, per sbloccare la foresta secolare ora tokenizzata nel tuo cortile. Il nuovo volto della “libertà economica” è il tuo volto, insieme a credenziali selezionate, inviate a un database di proprietà privata: un registro per governarci tutti. La narrazione “per il bene superiore” della reazione economica liberale post Occupy ha perso la sua utilità e viene sostituita in tempo reale dal “libertarismo” del capitale privato tokenizzato. Questa è solo una voce contabile per i protoni nel nuovo e migliorato atomo frazionato, per gentile concessione di Larry Fink e della sua Tokenized Inc.».

 

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