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Immagine del redattoreAlice Rondelli

Così fan tutte?

L'editoria è un settore importante della nostra società, ma la fase che precede la pubblicazione di un autore è per molti un'indefinita zona d'ombra. Questa è la storia della mia esperienza da aspirante autrice nel mondo reale.

Cimitero di Merano, 2021 (Alice Rondelli)

Il manifesto di (F)ATTUALE recita: «L’operazione che qui si va a fare è quella di scorticare il primo strato degli organismi di cui si compone la società per analizzarne le dinamiche interne, che consentono all’impalcatura sottostante di sorreggere tutto l’apparato».

 

Il diritto di cronaca – o diritto di informare – consiste nella liceità di pubblicare tutto ciò che è collegato a fatti e avvenimenti di interesse pubblico o che accadono in pubblico. L’articolo 21 della Costituzione Italiana afferma il principio della libertà di manifestazione del pensiero e l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani enuncia: «ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo».

 

Una premessa è doverosa: nonostante io abbia deciso di non pubblicare nulla che possa ledere la privacy delle persone interessate, la vicenda che state per leggere è documentata dall’inizio alla fine. Ho voluto raccontare ciò che ho personalmente sperimentato, in modo da offrire lo spunto per l’analisi di un settore importante della nostra società, l’editoria, attraverso uno scorcio di quella che, per molte persone, è un’indefinita zona d’ombra: la fase che precede la pubblicazione di un autore emergente.

 

Tutti abbiamo un sogno nel cassetto, ma che cosa succede quando decidiamo di tirarlo fuori per provare a realizzarlo?

Questa è la storia della mia esperienza da aspirante autrice nel mondo reale.

 

Dal 2018 al 2020 mi sono dedicata alla stesura di un romanzo e per i successivi due anni ho proposto l’opera compiuta a innumerevoli case editrici, inviando loro il mio dattiloscritto per email ogni sei mesi. Aldelphi, Rizzoli, Sellerio, Neri Pozza, Sperling&Kupfer, Fazi, Einaudi, Baldini e Castoldi, Guanda, Sozogno, NORD, Arpeggio libero, Longanesi, Mondadori, Giunti, Del Vecchio, Fandango, Harper Collins, Salani, La nave di Teseo, Bompiani, Solferino, Piemme, Marsilio, Todaro e Corbaccio.

Adelphi è stata l’unica casa editrice a rispondere di non essere interessata, mentre dalle altre non ho mai ricevuto notizie. È stato allora che ho deciso di contattare una nota autrice ed editor, la quale si è dimostrata disponibile a leggere il mio dattiloscritto; dopo circa sei mesi mi ha risposto con gentilezza che, nonostante si fosse divertita a leggere le avventure della mia protagonista, non era ciò che la casa editrice per la quale lavora stava cercando.

A quel punto, mi restavano solamente due opzioni: prendere in considerazione la possibilità di autopubblicare il mio romanzo, oppure rivolgermi ad un agente letterario. Posto che entrambe le prospettive comportano un investimento di denaro significativo, e dopo un’attenta riflessione, ho optato per la seconda e ho cominciato a fare delle ricerche per individuare un’agenzia letteraria che potesse fare al caso mio.

 

Nel dicembre 2022, sul sito web di ADALI (Associazione Agenti Letterari Italiani) ho scoperto l’Agenzia Letteraria Kalama e ho deciso di contattarla via email. Ho ricevuto immediatamente risposta da Daniele Pinna, il titolare, il quale mi ha proposto un servizio di valutazione del mio romanzo (al costo di euro 450). Il 21 dicembre 2022 ho accettato l’offerta, inviato il mio lavoro a Pinna e proceduto a effettuare il pagamento.

 

La scheda di lettura (che trovate in allegato) mi è stata recapitata via email da Pinna dopo cinque mesi, precisamente il 18 maggio 2023. Pur non sapendo ancora chi l’avesse redatta, terminata la lettura ho pianto per dieci minuti, sbalordita da un parere tanto positivo e tanto entusiasta. In calce al testo, il mio lavoro è stato descritto come «proponibile agli editori previo un editing completo sul fronte stilistico di modo da rafforzarlo in termini letterari».



Ho contattato Pinna per informarmi sul costo dell’editing stilistico ed egli mi ha comunicato  che ammontava a euro 3.500, da pagare in due tranche: una subito, una al termine del lavoro. Ho accettato senza chiedere come si sarebbe svolto il processo di editing e il 26 maggio 2023 ho effettuato, come da accordi, il pagamento della prima rata (di euro 1.750).

In breve tempo, fui messa in contatto con l’editor che mi era stato assegnato: Orazio Labbate, la stessa persona che aveva valutato il mio romanzo. Ero soddisfatta per due motivi: la bontà del curriculum di Labbate (oggi editor per la collana di narrativa italiana di Polidoro editore), disponibile su internet («collabora come lettore per Rizzoli e Solferino, scrive per "La Lettura" del Corriere della Sera» ed è consulente per Giunti) e l’impressione positiva che ebbi di lui fin dal primo contatto telefonico.

 

Gli “incontri” con Labbate sono consistiti in quattro videochiamate (avvenute il 20 giugno, il 14 luglio, il 30 agosto e il 20 settembre 2023). Io e Labbate ci siamo trovati subito in sintonia e abbiamo collaborato in maniera fluida e funzionale. I consigli di lettura e di scrittura che ho ricevuto mi hanno consentito di lavorare sul testo al fine di migliorarlo in maniera, per me, significativa. Labbate non ha mai messo direttamente mano alla mia opera: mi ha spiegato che il suo compito non consisteva nella correzione dei refusi o di intervento sul testo, ma in quello di guidarmi di modo ché fossi io stessa a trovare il modo di perfezionarlo, focalizzandomi sulla psicologia dei personaggi e creando il pathos necessario a rendere la storia convincente. Non solo a voce, anche nei nostri scambi via messaggio e via email, Labbate ha espresso varie volte soddisfazione per i risultati che stavo ottenendo e il 4 ottobre 2023 mi ha confermato di avere comunicato a Pinna il suo parere positivo riguardo il mio lavoro.

Il 17 ottobre 2023 fui sollecitata da Labbate a terminare le correzioni (dopo quattro mesi dall’inizio dell’editing) ed ebbi l’impressione che ci fossero buone probabilità che Pinna volesse offrirmi un contratto di rappresentanza editoriale.

Il 19 ottobre 2023 ho consegnato il romanzo editato a Labbate e lo stesso giorno Pinna mi ha inviato due email nelle quali mi invitava a saldare il costo del servizio. Lo stesso giorno ho effettuato un bonifico di altri euro 1.750 all’Agenzia Letteraria Kalama.

 

Da quel momento in poi non ho potuto fare altro che aspettare.

Ho atteso fino al 26 ottobre, quando ho scritto la prima di diverse email a Pinna per sapere come avesse intenzione di procedere. Non avendo chiesto spiegazioni in precedenza, ero interessata a conoscere i tempi di attesa perché lui decidesse se rappresentarmi o meno. Pinna mi ha risposto di aspettare qualche giorno e io ho aspettato, ma non ho ricevuto risposta.

Gli ho scritto nuovamente il 21 novembre, chiedendo se ci fossero novità ed esortandolo a farmi avere la ricevuta fiscale dei due lavori editoriali per i quali avevo pagato: la scheda di lettura e l’editing stilistico; mi ha risposto di attendere qualche giorno e io ho atteso.

Nel frattempo, un amico mi aveva fatto notare delle recensioni negative sull’agenzia Kalama che alcuni utenti avevano lasciato non molto tempo prima su Google. Dopo averle lette, il 5 dicembre 2023 decisi di contattare Labbate che mi tranquillizzò, suggerendomi di non fidarmi delle recensioni trovate su internet, ma piuttosto della reputazione dell’agenzia; inoltre, ribadì di aver suggerito più volte a Pinna di rappresentarmi e di essere certo del fatto che l’agente stesse “lavorando” per me. Labbate mi suggerì, altresì, di contattare subito Pinna e così feci: gli inviai l’ennesima email, alla quale mi fu risposto che sarei stata contattata la settimana successiva.

Ho atteso fino al 17 gennaio, quando ho nuovamente scritto a Pinna per porgli una questione diretta: «Vorrei sapere se pensi di farmi firmare un contratto di rappresentanza, o se terrai semplicemente il mio manoscritto nel cassetto in caso salti fuori un editore interessato».

L’ultima e-mail di Pinna risale al 5 febbraio 2024 ed io aspetto ancora una risposta alla mia domanda.


Nonostante l’investimento fatto e il duro lavoro svolto, il mio sogno non si è ancora realizzato, è solo passato dal mio cassetto a quello di un agente letterario.


AGGIORNAMENTI

• 2 giugno 2024: a seguito dell’improvvisa e capillare diffusione di questo articolo, Daniele Pinna mi ha inviato un'email, scusandosi per non avermi più contattata e inviandomi la ricevuta fiscale dei servizi che ho acquistato dalla sua agenzia. Inoltre, mi ha proposto di riprendere i nostri rapporti da dove erano stati interrotti, promettendo di richiamarmi entro qualche giorno.


• 26 giugno 2024: Daniele Pinna mi ha proposto di firmare un contratto di rappresentanza con la sua agenzia. Tuttavia, considerato che il rapporto di fiducia è per me irrimediabilmente compromesso, ho deciso di non dare seguito al nostro legame professionale.


• Trovo giusto puntualizzare che, dopo aver parlato con diversi editor di lunga esperienza, mi è stato spiegato che l’editing stilistico è qualcosa di molto diverso da ciò che ho svolto con l’editor di Kalama. Tuttavia, Orazio Labbate ci ha tenuto a rassicurarmi: il suo metodo consueto è quello che ha utilizzato lavorando insieme a me.

• Vi invito a leggere l'articolo di Penna Blu, scritto da Daniele Imperi, che cita la mia esperienza e propone alcune interessanti riflessioni: È utile inviare un manoscritto a un’agenzia letteraria?


Il mio romanzo è ora disponibile in versione digitale e cartacea.
A tirarlo fuori dal cassetto, ci ho pensato da sola.



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